Avevo una conversazione piuttosto interessante recentemente con un amico e collega, un insegnante di liceo. Discutevamo dell'importanza del voti nella formazione scolastica degli studenti. Lui mi ha raccontato una storia davvero esemplificativa:
"Gianluca," mi ha detto, "Ho un studente che ha ottenuto un 10 pieno in un test di matematica. Teoricamente, dovrebbe essere un forte matematico, giusto? Eppure, quando gli ho posto una domanda riguardo a uno degli argomenti coperti nel test, non è riuscito a darmi una risposta sensata. Questo mi ha fatto riflettere sul fatto che i voti stanno diventando più importanti dell'apprendimento reale."
Questo ha suscitato la mia curiosità e mi ha spinto a indagare ulteriormente. E ho scoperto una realtà sorprendente. Dalle mie ricerche ed esperienze, sembra che la società abbia iniziato a concentrarsi più sui voti che sull'apprendimento reale. Vediamo come.
In molti casi, sembra che la memorizzazione sia privilegiata rispetto alla comprensione. Gli studenti possono studiare un capitolo da capo a piedi, imparare ogni parola di un libro di testo e conseguire un 10 nel test. Ma questo non significa necessariamente che comprendono il concetto dietro le parole. Un aspetto interessante da notare qui è che la memorizzazione è spesso necessaria per fare buoni voti, ma non per l'apprendimento reale.
Per essere chiari, la memorizzazione non è un male. In realtà, è una parte fondamentale del processo di apprendimento. Ma dovrebbe essere complementare alla comprensione, non un suo sostituto. La comprensione crea le basi per un'apprendimento brillante; la memorizzazione costruisce sopra questo fondamento. Ma senza la comprensione, la memorizzazione è come costruire un castello di carte sulla sabbia: può sembrare impressionante, ma manca di una base solida.
Una delle ragioni per cui i voti sembrano avere un'importanza sempre crescente è la pressione sociale e le aspettative. Gli studenti sentono una pressione enorme per ottenere voti elevati, sia dalla famiglia che dalla società. Spesso, un voto alto è visto come una garanzia di successo futuro. Ma è davvero così?
Non necessariamente. Si, i voti elevati possono aprire la porta a opportunità come borse di studio e ammissioni a programmi universitari prestigiosi. Ma non danno garanzie di successo successivo. Non in termini di creatività, pensiero critico, o competenze sociali. Queste competenze non vengono misurate da un voto.
Molte volte, i programmi di studio sono progettati in modo tale che l'insegnante si trova costretto a "insegnare al test". Cosa significa? Significa che l'insegnante si concentra su ciò che sarà testato, anziché su ciò che è importante per l'apprendimento dello studente.
Questo crea una mentalità in cui il test diventa l'obiettivo finale, invece che un semplice mezzo per valutare l'apprendimento. Questa mentalità può dare luogo a una sorta di ciclo vicioso, dove gli studenti si concentrano solo su quelli che saranno i contenuti del test e gli insegnanti si sentono obbligati a insegnare solo tali contenuti. Quindi, invece di insegnare per l'apprendimento, si finisce per insegnare al test, un approccio che sembra essere all'origine dell'enfasi eccessiva sui voti.
Cerchiamo di essere chiari: un buon voto è un traguardo degno di lode. Ma non è l'unica misura del successo. Dobbiamo ricordare che l'apprendimento reale è più prezioso di qualsiasi voto. Dobbiamo promuovere una cultura dell'apprendimento che valori la comprensione, il pensiero critico, le competenze sociali, oltre che i voti.
In conclusione, mentre i voti sono importanti, dovrebbero essere solo uno dei tanti strumenti per misurare l'apprendimento. Non dovrebbero mai sostituire l'importanza dell'apprendimento reale. Ricordiamo sempre che il fine dell'educazione non è solo fare buoni voti, ma sviluppare individui ben arrotondati che sono pronti a contribuire alla società in modi significativi.